I dipinti della grotta di Nerja
Si ritiene che la striscia di terra tra Nerja e Gibilterra sia stata l’ultima area in Europa ad essere abitata dagli uomini di Neanderthal, prima che fossero soppiantati dall’Homo sapiens di Cro-Magnon. Le grotte furono scoperte nel 1959 da cinque scolari che avevano notato un enorme numero di pipistrelli entrare e uscire da un buco nel terreno. Alla fine decisero di esplorarlo, e una volta entrati all’interno di esso si ritrovarono in una enorme grotta ora conosciuta come la Camera del Cataclisma. I dipinti delle foche si trovano nella parte alta delle pareti di questa stessa grotta.
La vernice non è stata sottoposta ad esame. Tracce di carbone trovate a meno di quattro pollici (circa 10 cm, N.d.N.) di distanza dalle foche, che i ricercatori ritengono essere stato utilizzato per eseguire i dipinti o come elemento illuminante nella composizione, sono state fatte risalire, tramite test al radiocarbonio, a 43500 e 42300 anni fa. Il prof. José Luis Sanchidrián, dell’Università di Cordoba, che dal 2008 sta conducendo un progetto di conservazione del sito, è intenzionato a datare la sottile pellicola organica che si è formata sui dipinti poco dopo la loro creazione. Questo è l’unico modo certo per datare il dipinto stesso. Purtroppo, il progetto è a corto di fondi quindi per il momento è sospeso.
Se le date verranno confermate, quelle sei foche non stabiliranno solamente un record – di cui gli attuali detentori sono i dipinti nella grotta di Chauvet-Pont-d’Arc, risalenti a 32000 anni fa – ma rivoluzioneranno la nostra comprensione dell’umanità stessa. “Una bomba accademica”, la definisce Sanchidrián, e questo è un eufemismo. La capacità di produrre arte è stata finora considerata appannaggio esclusivo dell’Homo sapiens, un tratto distintivo che ci distingue dalle altre specie umane, ma non così “umane” come noi.
Fonte e immagine: The History Blog
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