"Il fico strangolatore, forse pentito di quel misfatto, non potendo nemmeno lui rompere quella prigione legnosa, lasciò cadere ogni giorno molti fichi dolci e maturi con i quali Anangue poté mangiare e dissetarsi.
I suoi parenti, che lo stavano cercando ormai da molto tempo, piansero infine la sua definitiva scomparsa.
Un giorno, tuttavia, un giovane nipote di Anangue tornò al villaggio dicendo di aver visto, durante una delle sue lunghe passeggiate, un albero con la faccia e una lunga barba bianca.
Dapprima non fu creduto, visto che i giovani amano fantasticare, poi però tutti si fecero guidare presso lo strano albero.
Fu così che Anangue venne ritrovato, sano e salvo e con una magnifica esperienza da raccontare ai suoi mille nipoti, quella del fico strangolatore che aveva avuto compassione per la vita di un vecchio uomo".
(Da Piante e animali terribili - Tra scienza e fantasia)
"Non posso dare torto a chi pensa che non ci sia nulla di più
drammatico della morte; eppure sorrido ancora al pensiero che qualcuno
creda veramente che si possa uccidere un sogno.
Passano i secoli e tutto ciò che è materiale, uomini e cose, è destinato a scomparire o a lasciare uno sbiadito ricordo di sé. Infine, la polvere dell’oblio si stenderà come un pietoso velo su ciò che è corruttibile e materiale.
Ma un sogno è insopprimibile, la speranza invincibile, e l’idea di pace non potrà morire perché io so che ci sarà sempre qualcuno che continuerà a sognare".
(Da Il sogno di Martin - Prologo)
Passano i secoli e tutto ciò che è materiale, uomini e cose, è destinato a scomparire o a lasciare uno sbiadito ricordo di sé. Infine, la polvere dell’oblio si stenderà come un pietoso velo su ciò che è corruttibile e materiale.
Ma un sogno è insopprimibile, la speranza invincibile, e l’idea di pace non potrà morire perché io so che ci sarà sempre qualcuno che continuerà a sognare".
(Da Il sogno di Martin - Prologo)
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