giovedì 16 maggio 2013

Ecco perché senza Biancaneve i bambini parlano più tardi

Il rapporto del ministero dell'istruzione britannico che fa il punto sul grado di alfabetizzazione nel paese. I problemi si accentuano nelle famiglie più povere (2009)

a cura di ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - C'era una volta. Ma adesso non c'è più. O, come minimo, c'è sempre di meno. I genitori hanno abbandonato o diminuito una vecchia abitudine: leggere o raccontare una favola ai figli per farli addormentare. E il risultato è che i bambini imparano a parlare sempre più tardi.

Così sostiene un rapporto del ministero dell'istruzione britannico che fotografa l'alfabetizzazione nel Regno Unito: il fenomeno che balza agli occhi dallo studio è infatti quello, in parte già noto, degli adulti che hanno sempre meno tempo per occuparsi della prole. Da un lato, i genitori sono sempre più affaticati; dall'altro, nuove tecnologie distraggono gli uni e gli altri, che si tratti di internet, social network come Facebook, telefonini, videogiochi.

Risultato: il numero delle parole che i grandi scambiano con i piccini è in calo costante. Meno fiabe, meno dialogo, uguale apprendimento più lento: all'asilo e perfino alle elementari, in Gran Bretagna, entrano bambini di 5-6 anni con una capacità di comunicazione che sarebbe lecito aspettarsi da un bambino di un anno e mezzo, che ha appena imparato a camminare.

Insomma, un disastro: perché quei bambini impareranno lo stesso a parlare, ma varie ricerche dimostrano che spesso chi ha problemi di linguaggio nell'infanzia può sviluppare, crescendo, difficoltà e disabilità mentali di vario grado. Per questo il governo britannico lancia l'allarme. "Il numero dei bambini che cominciano le scuole elementari senza sapere neanche formare una frase rudimentale è in crescita", afferma il rapporto, preparato da Jean Gross, responsabile della comunicazione per il ministero dell'Istruzione, e anticipato ieri dal Times di Londra.

Le più recenti statistiche governative indicano che il 18 per cento dei bambini di 5 anni nelle scuole del regno, ovvero più di 100 mila bambini, non sono al livello di alfabetizzazione previsto per la loro età. Il problema non riguarda soltanto i figli degli immigrati, per i quali sarebbe più comprensibile un ritardo nell'apprendimento dell'inglese, ma anche per quelli britannici.

Il ritardo è più spiccato nei bambini poveri che, secondo la ricerca della dottoressa Gross, ascoltano "soltanto 600 parole all'ora" in famiglia, in confronto alle 2 mila parole l'ora che sono la media per le classi benestanti. Inoltre i bambini che crescono in famiglie povere o disagiate ricevono soltanto un elogio per ogni due rimproveri, mentre nelle case benestanti il rapporto è rovesciato e questo rallenterebbe l'alfabetizzazione.

"Gli adulti sono sempre più impegnati e hanno meno tempo da dedicare ai figli", dice l'autrice del rapporto. "E per le prossime generazioni sarà peggio, perché un bambino a cui nessuno leggeva le favole non le leggerà di certo ai propri figli".

lunedì 13 maggio 2013

Ecco i vincitori del concorso Incipit 2013

Un'edizione ben riuscita che ha visto, per le scuole medie, una partecipazione di oltre 140 ragazzi del territorio di Lecco.
Il tema di quest'anno è stato la legalità. La partecipazione numerosa e gli elaborati hanno mostrato chiaramente che per i nostri giovani la legalità è "ancora" un valore da salvaguardare. Forse c'è ancora speranza...

martedì 7 maggio 2013

Quando un piccolo lettore di otto anni si definisce "tuo fan", vuol dire che il lavoro di scrittore che mi appassiona da molti anni sta dando qualche frutto.
Grazie, Filippo.